- Lo stato di attuazione del nuovo Ente
Come sapete le Città Metropolitane sono entrate in vigore nel 2015, subentrate alle medesime Province. Hanno un’organizzazione molto particolare per la quale il Sindaco Metropolitano è il Sindaco del Comune capoluogo e i componenti del Consiglio sono Consiglieri comunali dei Comuni del territorio, sono solamente 18 però e sono eletti in base all’appartenenza politica e non in base all’appartenenza territoriale. Gli obiettivi di questo nuovo sistema istituzionale sono:
primo, per risparmiare denari pubblici, in quanto tutte le cariche sono esercitate a titolo gratuito secondo lo schema –niente elezione diretta, niente stipendio o gettone di presenza-;
secondo, per favorire un sistema nuovo nel quale i Comuni cooperino tra loro nel stabilire la politica di tutto il territorio metropolitano.
Vi è poi un’assemblea di tutti i Sindaci chiamata Conferenza Metropolitana che però non ha poteri di indirizzo, ma principalmente consultivi.
In precedenza quando c’era la Provincia era molto più semplice il meccanismo perché si eleggeva direttamente un Presidente ed un Consiglio, proprio come accade per le elezioni comunali e regionali. Dunque c’era una maggiore chiarezza anche per i cittadini perché sostenevano direttamente un programma, un partito con dei candidati e un Presidente.
I poteri di questo ente non sono poi banali perché la Città Metropolitana decide la strategia di sviluppo di tutto il territorio, promuovendo il pari sviluppo di tutti i Comuni.
I limiti però sono evidenti: andrebbe ampliata la dimensione del Consiglio comprendendo più Consiglieri comunali e dando maggior potere ai Sindaci, favorendo la maggiore partecipazione dei territori. Ma per fare tutto ciò è necessaria una legge del nostro Parlamento.
2. Quale strategia per la Città Metropolitana?
La pandemia ci ha dimostrato definitivamente che un modello di sviluppo basato su grandi agglomerati urbani ricchissimi di servizi ed opportunità a discapito dei territori circostanti non è sostenibile, sia da un punto di vista ambientale sia sociale. Inoltre, non è sostenibile nemmeno a livello elettorale, perché la nostra Regione è stata amministrata molto bene ma nei Comuni più periferici le persone se ne sono accorte molto di meno, e lo hanno detto chiaramente nell’urna lo scorso 26 gennaio.
Dobbiamo fare di tutto per evitare ciò che da anni sta già accadendo in Spagna e si è cominciato ad intravedere anche da noi, dove aree interne del paese si stanno spopolando a favore di Città sempre più grandi e densamente popolate.
La sfida deve essere quella di portare maggior sviluppo ed opportunità nei territori, con al centro il rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, promuovendo solidarietà e inclusione sociale partendo da quei territori che per caratteristiche morfologiche e demografiche presentano un ritardo nello sviluppo rispetto agli altri.
La Città Metropolitana dei prossimi 5 anni deve avere una visione davvero metropolitana, promuovendo uno sviluppo equo e solidale dei territori, offrendo maggiori opportunità a quelli che oggi ne hanno di meno. I cittadini non devono più andare verso la metropoli, ma è la metropoli che deve andare verso i cittadini. Offrendo maggiori servizi diffusi, sia attraverso interventi diretti (infrastrutture, modernizzazione del territorio, investimenti pubblici) sia attraverso interventi indiretti, che offrano maggiori incentivi alle persone per vivere in tutto il territorio metropolitano trovando servizi adeguati.
La Città Metropolitana futura è un territorio d’area vasta nel quale i servizi si sviluppano su tutto il territorio in maniera più equa, sotto la spinta propulsiva dell’Istituzione Città Metropolitana. L’idea di un grande agglomerato urbano come Bologna Città che attira persone da tutti i Comuni, oltre ai turisti che un giorno evidentemente torneranno, deve lasciare maggiore spazio allo sviluppo di tutto il territorio nel suo complesso.
In questo modo, i giovani potranno trovare opportunità lavorative e servizi adeguati, in tutto il territorio metropolitano e potranno concorrere alla crescita e al benessere di tutta la Città Metropolitana, ma anche affezionarsi veramente e stringere un legame forte con il proprio territorio, che li porti a prendersene cura in futuro.
3. Da dove partire dunque? Io individuo principalmente 3 aree su cui dobbiamo investire come Città Metropolitana per valorizzare i nostri Comuni, tra cui Castenaso.
Il lavoro e l’istruzione, attraverso un dialogo con il settore privato e i Comuni per individuare strutture, o addirittura vere e proprie aree, che possano essere interessanti per le aziende o che possano essere addirittura rigenerate dalle stesse aziende, potendo usufruire di incentivi e del supporto di un grande Ente come la Città Metropolitana. Lavoro come primo motore per mantenere vivo un territorio, per produrre ricchezza e indipendenza delle persone e in particolare dei più giovani. Promuovere investimenti di nuovi edifici scolastici o di interventi per modernizzare, ampliare e mettere in sicurezza vecchi edifici.
Turismo e verde pubblico: abbiamo bisogno di rafforzare il nostro turismo a chilometro zero, che può essere anche una gita nel week-end o della domenica, dove si sosta però in un Comune e magari si pranza in un ristorante locale o si prende il gelato in una baracchina. Però le persone devono sapere che ci sono delle vere e proprie bellezze nascoste nei nostri Comuni e gli vanno fatte conoscere. Occorre infatti dare ampia comunicazione di feste locali e di sagre, di percorsi paesaggistici e dei monumenti storici, mostre temporanee e musei presenti sul territorio. Dal punto di vista dell’ambiente, anche alla luce della pandemia, occorre investire nel verde pubblico attrezzato: grandi parchi che donano ossigeno alle nostre Città e possono essere luogo per ospitare eventi all’aperto, strutture e tornei sportivi..
Trasporti e viabilità sempre più sostenibile. Oggi l’insieme dei trasporti è tutto in emergenza, ma in realtà lo è da tempo. Gli autobus a determinati orari del giorno presentano condizioni inaccettabili, indipendentemente dalla pandemia, e dunque andranno previste più corse e con mezzi più moderni e meno inquinanti. Piste ciclabili: muoversi in bicicletta deve diventare sempre più sicuro e semplice per i cittadini. In questo senso, la Bicipolitana, vale a dire il progetto che comprende oltre 400 km di piste ciclabili che collegano tutti i Comuni di Bologna e che vedrà presto un cantiere anche a Castenaso rappresenta un interessante passo in avanti, e nei prossimi anni andrà implementata con ulteriori percorsi, sempre più sicuri, cercando anche di promuovere un minor uso dell’auto.
Dario Pareschi