“Dal momento che alla donna è stata riconosciuta nel campo politico la piena eguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti campi della vita sociale, e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di donna e di cittadina.” N.Iotti
Le mutilazioni genitali femminili sono una violazione dei diritti umani e una forma di violenza contro le donne, le ragazze e le bambine. Non comportano benefici per la salute e causano danni permanenti alle donne, alle ragazze e alle bambine.
Nel mondo sono oltre 200 milioni le persone colpite, di cui, secondo le stime, 600.000 vivono in Europa. Dobbiamo agire con determinazione per innescare il cambiamento e sradicare questa pratica se vogliamo conseguire l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili prevista dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (obiettivo 5.3) entro il 2030.
Trasformare le norme sociali e di genere collaborando con uomini e ragazzi è fondamentale per porre fine alle mutilazioni genitali femminili.
La crisi pandemica ci ha plasticamente dimostrato che nessun individuo, comunità, nazione si può salvare da sola. Solo uno sforzo coordinato e collettivo può garantire una sicurezza duratura e definitiva. Soltanto un mondo che collabora può trovare le regole per risolvere tutti quei problemi che riguardano e riguarderanno prima o poi milioni di persone in ogni angolo del pianeta. I vari “prima” o “first” di qualsiasi realtà si sono rivelati insufficienti per affrontare in solitaria un emergenza globale.
Un mondo governato da norme concordate è il fondamento stesso della sicurezza, delle libertà e della prosperità.
Un ordine internazionale fondato su regole rende più sicuro anche il più piccolo stato, libero ogni cittadino e genera propensione all’investimento per le imprese.
I problemi globali, come per esempio la salvaguardia dell’ambiente, una nuova pandemia, le carestie e le guerre, con il migliaia di profughi che cercano un posto migliore in cui vivere, ci impongono sempre più una scelta multilaterale e la ricerca di principi e valori universali. Un partito di respiro europeo, come da sempre è il PD, deve trovarsi pronto per tali scelte che, nel rispetto e nella salvaguardia delle differenze culturali tra i popoli (un possibile pretesto per rigurgiti nazionalisti), consentiranno di trovare regole comuni capaci di affrontare le problematiche in essere e quelle che verranno, salvando vite umane e promuovendo sviluppo e prosperità.
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